E... come EMPATIA

Empatia

Ultimamente ne sentiamo parlare spesso, una parola tanto bella quanto abusata, a volte senza conoscerne il vero significato.
Per il dizionario, empatia è: dal greco en (dentro) e pathos (sentimento).
L’empatia è stata definita come “mi sento con te” (I feel with you), diversamente dalla compassione che è stata definita come “mi sento per te” (I feel for you).  Con l’empatia condividiamo il dolore di un’altra persona; con la compassione invece desideriamo liberare le persone dal dolore.

In psicologia, in generale, la capacità di comprendere lo stato d'animo e la situazione emotiva di un'altra persona, in modo immediato, prevalentemente senza ricorso alla comunicazione verbale.

Si è erroneamente convinti che la persona che abbiamo di fronte abbia bisogno del nostro parere, che spesso pronunciamo come fosse una sentenza, come fosse l'unica soluzione giusta e possibile per una data situazione. "Io al tuo posto farei...", "Secondo me è giusto così"..., " Sai a me ieri è capitata la stessa cosa"... Empatia non è questo... Ma allora cos'è?

Empatia è prima di tutto ascolto: ascolto dell'altro, delle sue parole e dei suoi silenzi, perché anche i silenzi spesso hanno qualcosa da dirci. 
È importante essere predisposti all’ascolto attivo, o ancor meglio empatico.

Per me empatia è ....

    • Capirsi senza necessità di tante parole
    • Sentire quello che sente l'altro
    • Sentire sulla propria pelle gli stati d'animo altrui
    • Capire al volo le emozioni, sensazioni e gli stati d'animo dell'altro
    • Il nostro miglior pregio, il nostro peggior difetto
    • Riuscire a condividere le emozioni
    • "Sentire dentro" o "mettersi nei panni dell'altro"

Si può notare che in ognuna di queste definizioni c'è alla base "il sentire" le emozioni dell'altro. Nessuna di queste definizioni implica il dare giudizi, consigli, pareri. Perchè il più delle volte non è dell'esperienza altrui che abbiamo bisogno, ma di qualcuno che ci dica "io ci sono e sono qui con te", "senza ricorso alla comunicazione verbale" come spiega la definizione.

La più alta espressione dell’empatia è nell’accettare e non giudicare
Carl Rogers

Il potere dell’empatia è quello di riuscire a soddisfare un bisogno comune a tutti gli esseri umani: sentirsi considerati e ascoltati.

“Giornata finale del convegno. Tempo di saluti. Una ragazza conosciuta il giorno prima si avvicina e mi abbraccia, mi dice "grazie". Se ne va. Quel "grazie" mi riempie il cuore e mi chiedo "Ma cosa ho fatto per meritarlo?". Ci penso: mi rendo conto di non averle raccontato niente della mia esperienza, ma di aver ascoltato la sua, fatta di tante paure e altrettante domande. Non le ho trovato nessuna risposta, ma ho ascoltato e le ho sorriso, e forse tra le tante paure non c'era più quella di essere sola. Forse il segreto di quel grazie risiede proprio in quel sorriso silente che mi ha regalato, un abbraccio che non dimenticherò mai.”

La sensibilità empatica è una caratteristica relazionale davvero straordinaria, ma al tempo stesso abbastanza difficile da apprendere.
Troppa empatia può essere difficile da gestire, infatti molte professioni di cura come counselor, insegnanti, infermieri, ecc devono imparare a ridurre il loro contagio emotivo per poter fare il loro lavoro. Se uno assorbe come una spugna tutte le emozioni piacevoli e spiacevoli delle altre persone rischia di restare sopraffatto da tutte queste emozioni e in questo caso difficilmente potrà fornire agli altri il giusto supporto.

L’Empatia è una fantastica abilità comunicativa che ci rende persone migliori, più sensibili e rispettose delle emozioni altrui, più aperte e flessibili a comprendere i diversi stati d’animo delle persone a noi care.

 

Si parla molto del deficit federale, ma dovremmo parlare di più del nostro deficit di empatia, dell’abilità di metterci nei panni altrui: il bimbo che ha fame, il metalmeccanico che è stato licenziato, la famiglia che ha perso la casa nell’uragano. Quando allarghiamo così l’orizzonte delle nostre preoccupazioni fino a includere degli estranei, diventa arduo non agire, non aiutare.
Messaggio di Barack Obama 11 agosto 2006

E per te empatia cos'è? Prova a raccontarcelo, senza parole, con una foto, un disegno o un video e condividilo sui nostri canali social...

Chi è sensibile, attribuisce un'importanza enorme ai dettagli più insignificanti del comportamento altrui, quelli che generalmente sfuggono alle persone normali
Sigmund Freud

Prima di giudicare la mia vita, il mio passato o il mio carattere…
mettiti nei miei panni, cammina sulla strada che ho percorso.
Vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie paure e le mie risate….
Ricorda: ognuno ha una storia.
Quando avrai vissuto la mia vita
allora potrai giudicarmi.

About Author

Dopo un percorso di recovery iniziato nel 2015 ho cercato di utilizzare la mia esperienza di vita, per aiutare altre persone che con me condividevano una storia di disagio psichico. In questi quasi 25 anni di frequenza dei luoghi della Salute Mentale di strada ne ho fatta e ho, perciò, deciso di frequentare dei corsi che mi permettessero di specializzarmi su questi temi. Sono diventata facilitatore di un gruppo di Auto-Mutuo-Aiuto per utenti sul disagio psichico e un Esperto in Supporto tra Pari (ESP).

Nella mia vita precedente ero una farmacista specializzata in fitoterapia e Piante officinali. Ho avuto un erboristeria a Modena per 12 anni. Quindi, per passione mi diletto a scrivere articoli sulle piante, a fare corsi sui Fiori di Bach...Vorrei utilizzare questo mio bagaglio per tenere una rubrica intitolata: "L'angolo dell'erborista" sul bog delle Ciliegie Atipiche.

Perchè Lumaca Ross come nick-name?

La lentezza ha caratterizzato tutta la mia vita. Già dalle elementari tutti mi prendevano in giro per questa mia "qualità". Quando andando a Baggiovara per una visita dalla mia neurologa "preferita" ho visto che l'AISM (Associazione-Italiana-Sclerosi-Multipla) aveva fatto dei peluche per finanziare la ricerca ho subito notato una lumachina bellissima con le antenne. È stato amore a prima vista. E da qui la lumaca Ross.

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