I Sapori della mia Infanzia

Spaghetti con le telline

Molto spesso in questo periodo, passeggiando al parco, oppure quando vado a fare la spesa al supermercato, sento odori particolari che mi riportano alla mente le estati di quando ero piccola; quello che fa male è la promessa non mantenuta di quegli odori.

Il sapore, il gusto delle cose che trovo non è mai quello dei miei ricordi: quei pranzi rapidi e gustosi che preparava mamma per quando restavamo l’intera giornata al mare o per quando si tornava a casa per pranzo.

Durante l’estate, per andare al mare, ci si alzava sempre all’alba e contrariamente a quando dovevamo andare a scuola, io e le mie sorelle eravamo felicissime di svegliarci presto.

La colazione consisteva in latte appena munto, bollito e lasciato intiepidire con l’aggiunta di more. Era la colazione che veniva consumata in spiaggia a luglio e ad agosto. Negli altri mesi, visto che avevamo le galline, mamma ci metteva dentro un uovo fresco sbattuto e poi ci faceva bere il latte preparato in questo modo. Ancora adesso, dopo tanti tentativi (ho provato tutti i tipi di latte in vendita), non sono riuscita a trovare un latte che avesse quel sapore pastoso e dolce anche senza l’aggiunta di zucchero. Come elemento solido della colazione, visto che mamma odiava fare dolci e le merendine per lei erano “schifezze”, c’era il pane. Nei giorni di festa, invece, preparava pan di spagna in quantità sufficiente per farci mangiare il dolce, la mattina, almeno per una settimana.

Le merende erano rigorosamente fatte di pane con lo zucchero e un bicchiere di succo di frutta fatto in casa.

Il pranzo e la cena consistevano in piatti unici, di solito con pasta, perché, secondo mia mamma, “almeno un piatto di pasta al giorno bisogna mangiarlo”. La pasta o il riso cotto in più, volutamente, serviva il giorno dopo per preparare le frittate o le insalate da portare in spiaggia. Queste frittate e insalate venivano fatte di solito il giorno prima di fare la spesa settimanale. In quelle insalate ci finivano i resti di verdura, formaggi e salumi della spesa precedente, con l’aggiunta di uova sode, in modo da liberare il frigo per la nuova spesa.

Le ricette che ricordo come le più frequenti e che ci tengo a condividere, sperando che possano diventare parte della tradizione estiva di qualche altra famiglia, erano:

Cotolette di manzo o pollo con insalata verde (rigorosamente lattuga), condita con sale, olio e limone oppure con i peperoncini verdi dolci, fritti e poi cotti nel pomodoro.

Parmigiana di Melanzane alla napoletana

Le melanzane tagliate a fette venivano messe sotto sale per 15/20 minuti, poi leggermente strizzate per non farle sfaldare, sciacquate e asciugate, passate nella farina, nell’uovo e infine fritte. Quindi si passava a comporre la teglia di melanzane. Si iniziava con uno strato di ragù, poi uno strato di melanzane e infine uno di mozzarella; ci si spargeva sopra dell’uovo sbattuto, si ricopriva di formaggio grattugiato e di abbondante ragù; poi si ricominciava da capo fino alla fine degli ingredienti.

Mamma amava il pecorino romano dal sapore intenso e lo usava nella maggior parte delle preparazioni alternandolo al parmigiano. L’ultimo strato era di parmigiano. che una volta fuso formava una pellicola sottile e croccante.

Se le fette di melanzane fritte avanzavano si facevano i panini di melanzane: su una delle fette si metteva la mozzarella, il salame e si ricopriva con un’altra fetta; si ripassava nell’uovo e si rifriggeva. Una goduria infinita, anche se un po’ pesanti da digerire.

Qualsiasi tipo di ragù era preparato di solito la sera prima, così che avesse il tempo di cuocersi. Non era mai una semplice passata di pomodoro perché al suo interno venivano aggiunti, oltre agli odori e le spezie, vari tipi di carne a seconda della preparazione: per gli gnocchi non potevano mancare le salsicce, quelle con i semi di finocchio. Per la pasta al forno, polpette di manzo, costine di maiale e pezzi di muscolo di manzo.

A seconda della stagione, ce n’erano infinite varianti.

Per l’estate erano soprattutto ricette con i frutti di mare e pomodori freschi tagliati a piccoli pezzi (guai a pelarli!). La passata (conserva fatta in casa) era considerata un alimento invernale.

Un altro piatto di cui non riesco a ritrovare il sapore sono gli spaghetti o linguine con le telline, raccolte da noi nei pomeriggi al mare e lasciate a spurgare fino al nostro arrivo a casa. Venivano cotte sia con che senza pomodori.

Semplici e gustose, pronte nel tempo di cuocere la pasta.

In una padella capiente, si mettevano olio e aglio, affettato sottile, il tempo di farlo ammorbidire senza prendere colore. Si mettevano le telline: si tenevano cinque minuti per farle aprire e rilasciare l’acqua e poi si aggiungeva il prezzemolo e si toglievano dal fuoco. Nel caso in cui si aggiungessero i pomodori tagliati, si lasciavano cuocere un altro paio di minuti per farli appassire e alla fine si aggiungeva il prezzemolo. In ultimo si regolava di sale.

La pasta corta con la ricotta era un altro piatto veloce e buono da consumare dopo una giornata al mare.

In una pentola si mettevano olio d’oliva, aglio e pomodori, oppure la passata quando si andava di fretta.

Si lasciava imbiondire l’aglio intero e lo si toglieva. Si cuoceva il pomodoro per una decina di minuti; si spegneva il fuoco e si aggiungeva una gran manciata di foglie di basilico spezzettate. Dopo che la pasta si era raffreddata, si scioglieva nel pomodoro la ricotta e con questa si condiva la pasta, che di solito erano fusilli, farfalle o pipette, insomma la cosiddetta “pasta corta” in qualsiasi forma. Questo piatto si poteva consumare sia caldo che freddo.

Un’altra pasta che consumavamo sia fredda che calda erano i maccheroni con la panna.

A freddo si preparava in una ciotola la panna, la mozzarella, il prosciutto cotto tagliato a dadini e tanto formaggio grattugiato (per noi sempre misto pecorino e parmigiano), sale e pepe. Una volta cotti i maccheroni, si scolavano e si univano alla panna, una bella mescolata e via nei piatti.

Devo dire che questo piatto per quanto buono non è mai stato il mio preferito perché legato al ricordo della morte del nonno materno. Infatti la prima volta che l’ho assaggiato, è stato quando degli amici di famiglia alla morte del nonno, come tradizione, ci prepararono per un paio di giorni i pasti.

Oltre alle varie insalate di riso e di pasta “pulisci-frigo”, cioè preparate con tutto quello che c’era avanzato, c’erano le paste fredde, ad esempio la pasta in insalata che ancora oggi faccio e mangio volentieri. A freddo si sminuzzano in una ciotola un uovo sodo a persona e poi si condisce con olio, aglio, limone e prezzemolo sminuzzato. In ultimo si regola di sale. Si scola la pasta e la si condisce con la salsina di uova.

Bucatini freddi: in una ciotola si mettevano olive nere e funghi trifolati (cioè tagliati sottili e cotti per una decina di minuti con olio, aglio, prezzemolo, sale e pepe). Si aggiungevano le ciliegine di mozzarella e i pomodori datterini; infine a scelta si condiva con origano o basilico, olio sale e pepe.

Fatemi sapere se ne provate qualcuna.

Buon appetito!!

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Mi chiamo Caterina ho 53 anni e due figlie. Adoro leggere e viaggiare.
Mi piace ridere, la televisione come finestra sul mondo, gli animali e le possibilità che offrono le nuove tecnologie. E soprattutto sono una persona curiosa, desiderosa di migliorare, imparare, innovare e sperimentare.

Caterva: Moltitudine confusa di persone
Ammasso disordinato di cose: una c. di libri, di documenti,
A caterve, in grande quantità

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