“L’entusiasta è un infaticabile sognatore, un inventore di progetti, un creatore di strategie, che contagia gli altri con i suoi sogni. Non è cieco, non è incosciente. Sa che ci sono difficoltà, ostacoli talvolta insolubili. Sa che su dieci iniziative nove falliscono. Ma non si abbatte. Ricomincia da capo, si rinnova. La sua mente è fertile. Cerca continuamente strade, sentieri alternativi. È un creatore di possibilità.” Francesco Alberoni (sociologo)
L’entusiasmo è il padre di tutte le emozioni positive. È la “scintilla della vita” e, senza esso, la vita perde colore, tutto diventa monotono e spento e niente ha senso. Il colore dell’entusiasmo è arancione. È il colore della creatività e della gioia di vivere.
Ciò che definiamo entusiasmo ha una struttura esteriore ben riconoscibile, anzi è forse la più espressiva delle emozioni: gli occhi brillano, il sorriso si apre, i gesti si fanno ampi, le membra sprizzano energia, i movimenti sono veloci e perfino concitati, le azioni sono mirate, l’eloquio accelerato, i pensieri orientati positivamente, ogni presunto ostacolo viene minimizzato oppure attivata la ricerca fiduciosa del suo superamento.
La tensione frenetica di questo stato ha qualcosa di così fuori dalla consuetudine che l’antichità l’aveva classificato come uno stato quasi di possessione divina, di fuoco che arde dentro: è questo, infatti, che indica il termine entusiasmo, derivante dal greco antico enthusiasmós, composto da en (ἐν, in), theós (θεός, dio) e ousía (οὐσία, essenza), come dire “avere il dio dentro”.
L’entusiasmo è la più grande carica di forza naturale che possiamo aspettarci di mettere in campo per noi stessi e verso gli altri.
Si può provare entusiasmo per un oggetto (una cosa, un luogo, un progetto) e quindi desiderio di conquistarlo, possederlo, toccarlo o costruirlo, così come si può provare entusiasmo per una persona, espresso in stima, ammirazione, infatuazione, che può diventare venerazione o fanatismo nei casi estremi. O ancora entusiasmo per un’idea o un ideale, specie se vissuto collettivamente, e allora può essere attivismo, lotta per la conquista degli obiettivi che esso propone.
Per chi ha responsabilità di guidare altre persone, l’entusiasmo diventa una peculiarità indispensabile, necessaria a credere in ciò che si dice, ma anche alla capacità di suscitare la stessa emozione negli altri, portandoli a vedere, e a credere, gli stessi obiettivi, la stessa visione della vita e del futuro. I grandi capi carismatici storici (Alessandro Magno, Cesare, Napoleone, Lenin, Mussolini, Hitler, Mao Tse-Tung…) sono stati oggetto di una dedizione fanatica ed entusiastica da parte di interi popoli.
Nell’importanza di avere dei buoni leader e nella loro capacità di generare entusiasmo si sono giocate, nel bene e nel male, le sorti dell’umanità in vari momenti storici. Possiamo pensare all’entusiasmo di mille uomini che (quasi) da soli si ritennero destinati a riunire l’Italia perché viveva in loro il duplice entusiasmo verso un ideale e verso un Garibaldi che lo incarnava, infiammando i loro cuori in azioni azzardate.
O possiamo immedesimarci in quelle altre migliaia di persone di colore che, nel sentire M. L. King pronunciare «Io ho un sogno…», iniziavano a sognare anche loro e a volare verso un futuro di diritti uguali per tutti.
Durante l’infanzia, crediamo che tutto sia possibile, ci elettrizziamo all’idea di quello che faremo. L’entusiasmo permette ai più piccoli di vivere intensamente ogni momento della loro infanzia. Quando diventiamo adulti, scopriamo che non tutto è possibile e che le cose non sono come noi vorremmo che siano, e ciò ci fa perdere l’entusiasmo, il che sfuma in delusioni, problemi, frustrazioni e sofferenze. Infatti, l’apatia e depressione sono gli antipodi dell’entusiasmo.
Nonostante ciò, la vita ha ancora molto da offrirci e con il quale sorprenderci, basta crederci e per fare ciò, è necessario entusiasmarsi per le piccole cose della vita quotidiana. Vivere con entusiasmo, inoltre, ci permette di anticipare il momento desiderato, poiché ci spinge a visualizzare, a proiettare e a desiderare ciò che vogliamo, in modo da godercelo prima ancora che arrivi.
Quando l’entusiasmo viene incanalato nei ragionevoli binari del possibile, è una risorsa che porta ad avere grandi e inaspettati risultati. Una ragionevole follia che ci porta a travalicare i noiosi limiti dell’ordinario. Possiamo dire che l’entusiasmo abita nell’avere delle mete, dei desideri e dei progetti realizzabili e raggiungibili.
Soprattutto oggi, in una condizione difficile, abbiamo bisogno di ritrovare quest’entusiasmo, di credere che tutto migliori, che ciò che c’è di male possa essere superato e scomparire, che ciò che stiamo costruendo di buono possa migliorare e farci risorgere.
E poi la vita ci ripagherà con desideri accontentati, progetti e sogni realizzati, semplicemente perché ci abbiamo creduto e abbiamo investito tutte le nostre energie nell’ottenerlo.
Ogni mattina ricordate che la giornata di oggi vale la pena di essere vissuta, perché poco a poco vi state avvicinando al progetto che volete realizzare nella vita. E quindi entusiasmatevi, emozionatevi, lasciatevi sorprendere da tutto ciò che accade. L'entusiasmo è il lievito che permette alle vostre speranze di elevarsi fino alle stelle (Henry Ford).
La vita continua a essere tanto magica quanto lo era da bambini, basta credere che sia effettivamente così e sentirlo. È allora che recupererete l’entusiasmo dell’infanzia, ma con la maturità di un adulto.
Bibliografia:
Arnaldo Carbone - Quid La rivista del Mensa Italia numero 5, 2021
Immagine di rawpixel.com su Freepik
- Log in to post comments