Le parole del "nostro" futuro
Calore
Trasmesso dagli abbracci, dal contatto fisico e, se non possibile, anche solo con un pensiero. Cosa abbiamo i Social a fare? E tutti i telefonini con possibilità di fare videochiamate? Li abbiamo per fare "scena" o siamo consapevoli del loro potenziale? Silvia B.
Cambiamento
No comment! Abbiamo avuto l'occasione per riflettere su tutta quella parte di bagaglio umano evidenziato da questa situazione emergenziale: vicinanza solidarietà impegno per la Comunità cambiamento di rotta, ecc Ma in cosa veramente siamo cambiati? Marzia
Camminare
Durante il confinamento provocato dalla pandemia da coronavirus ho desiderato soprattutto camminare. I luoghi in cui siamo rimasti per molti mesi sono diventati luoghi asfissianti, stretti e pieni di desideri non appagati. La condizione nuova e paurosa che ci capitava ha fatto nascere aspirazioni, sogni e utopie forse mai pensate con quella intensità. Eravamo ammalati della stessa paura. Il tempo e lo spazio si sono fermati e persino i cartelloni pubblicitari, per incanto, hanno continuato a essere sempre gli stessi e stupidamente continuavano ad annunciarci, anche in estate, la magia del Natale. Ammutolito, con nemici invisibili fuori dalla casa, ho incominciato a cantare a squarcia gola questo ritornello di una canzone di Gaber(1974): C'è solo la strada su cui puoi contare la strada è l'unica salvezza c'è solo la voglia, il bisogno di uscire di esporsi nella strada, nella piazza perché il giudizio universale non passa per le case. Quando le cose si sono un po’ riprese e siamo timidamente tornati a camminare da soli o con altri per le vie, i sentieri e gli argini di Modena, mi sono ricordato di questa frase che definisce l’utopia, una frase straordinaria dello scrittore uruguaiano Eduardo Galeano (1940-2015), scritta non so dove, ma che può valere per tutti noi. Lei è all’orizzonte. Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Cammino per dieci passi e l’orizzonte si sposta di dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l’utopia? Serve proprio a questo: a camminare. Paolo Vistoli, psichiatra DSM Modena e scrittore.
Casalinghitudine
Casalinghitùdine s. f. [der. di casalinga, dal titolo dell’omonimo romanzo (1987) della scrittrice ital. Clara Sereni]. – 1. La condizione dell’essere casalinga, spec. come limitazione alla possibilità di realizzarsi in qualche altro ambito. 2. estens. La tendenza a passare la maggior parte del proprio tempo in casa propria. Esco dal lock down accompagnata dalla parola casalinghitudine, neologismo coniato dalla scrittrice Clara Sereni come titolo per l'omonimo libro, non intesa come situazione senza via d'uscita ma come riscoperta di relazioni,spazi, tempi ed abilità nella gestione delle situazioni domestiche che nella velocità e frenesia della vita pre-pandemia raramente riuscivo a valorizzare. Michela
Congiunto
Siamo stati lontani fisicamente per lungo periodo, poi si è usato la parola congiunto per ricominciare la vita sociale. E tutte quelle persone congiunte che stanno distanti per lunghi periodi per motivi di lavoro? È una caratteristica prettamente italiana il senso della famiglia come rapporti fisici stretti, altri paesi la vivono diversamente. Marzia